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14 06 2013 | Rimini | Giornata economia, adesso anche export vacilla. Maggioli su privatizzazione aeroporto

Venerdì, 14 Giugno 2013

neroRimini | Giornata economia, adesso anche export vacilla. Maggioli su privatizzazione Fellini

 

La cassa integrazione straordinaria a Rimini sale del 165,5 per cento con oltre 1milione e 600mila ore autorizzate. Gli imprenditori sotto i 30 anni sono calati del 17,1 per cento nell'ultimo quadriennio e il tasso di disoccupazione generale si attesta al 9,8 per cento con quello giovanile (tra i 15 e i 24 anni) al 20,5 per cento (al 31 dicembre 2012). Sono solo alcuni dei dati diffusi oggi dalla Camera di commercio di Rimini in occasione della Giornata dell’economia. A questi bisogna aggiungere il difficile accesso al credito con impieghi delle imprese in flessione dell’8,8 per cento, anche se la raccolta bancaria cresce del 9,7 per cento. Inizia a vacillare anche l’export, dopo anni di segni positivi, si registra infatti un meno 4,7 per cento sul primo trimestre 2012.

 
“Nel 2012 in occasione della Giornata dell’economia – spiega il presidente della Camera di commercio di Rimini Manlio Maggioli – avevamo stilato una lista di priorità per il nostro territorio. Si trattava di accesso al credito e pagamenti della pubblica amministrazione, mercato del lavoro, snellimento della burocrazia, legalità, imposte e tasse, dotazione di infrastrutture, qualità delle acque di balneazione, tutela del territorio e del reddito agricolo. A un anno di distanza molti problemi sono rimasti, ma sono accadute anche cose buone”. Le novità positive cui fa riferimento Maggioli riguardano sia la tutela del territorio, con la valorizzazione dell’agricoltura e dell’entroterra, sia le infrastrutture, con l’arrivo seppur a scatti del Frecciarossa e dell’altavelocità ferroviaria. Proprio guardando alle infrastrutture però Maggioli non può fare a meno di accennare alla situazione della società di gestione dell’aeroporto Fellini. Parla di “fase delicatissima”, in cui “il ritiro del pubblico dalla compagine societaria è ineludibile. Il pubblico non può più sopportare questi oneri fiscali e la privatizzazione dell'aeroporto era già in previsione: forse la situazione catastrofica in cui il 'Fellini' si trova può accelerare questa operazione. La privatizzazione può dare fiato all'aeroporto, una struttura che è fondamentale per il nostro territorio, per tutto l'indotto che genera”.


Tornando alle note positive, poi Maggioli elogia il lavoro “zelante” della prefettura guidata da Claudio Palomba “che si è fatto carico del tema della legalità e delle infiltrazioni mafiose, dell'accesso al credito, dello snellimento della burocrazia, avviando tavoli di confronto attorno ai quali è sorta grande collaborazione da parte di tutte le istituzioni”. Nelle sue considerazioni, il presidente, ha anche ricordato le difficoltà dell’inserimento lavorativo dei giovani citando la collaborazione dell’ente camerale con il polo universitario riminese, e le criticità in tema di turismo. Al proposito, “occorre – ha detto Maggioli – arginare la deriva dei prezzi. Gli alberghi pur di accaparrarsi i turisti praticano prezzi non remunerativi. Quanto questo modo di gestire può durare? Senza margini, come facciamo a ristrutturare, conservare, migliorare un albergo? C'é una corsa al ribasso deleteria, insopportabile”.
Maggioli chiede un intervento importante per la riqualificazione delle strutture ricettive. “Ci vorrebbe un 'Piano Marshall' per gli alberghi, magari potrebbe occuparsene la Regione Emilia-Romagna: adottando qualche provvedimento, promuovendo finanziamenti a lungo termine per motivare gli imprenditori. Qualche tempo fa, inoltre, gli alberghi a tre stelle hanno potuto diventare a quattro stelle, grazie ad una normativa Regionale, ma hanno mantenuto i prezzi precedenti. Questo ha 'costretto' molti quattro stelle ad abbassare i prezzi, generando una guerra tra poveri a tutto svantaggio del nostro sistema turistico”.

 
I numeri
MERCATO DEL LAVORO
- Avviati e Avviamenti
> Elaborazione Centro studi Politiche del lavoro e società locale della Provincia di Rimini su dati SILER (Sistema Informativo Lavoro della Regione Emilia-Romagna)
Nel 1° trimestre 2013, in provincia di Rimini, ci sono stati 16.270 avviati (lavoratori che hanno instaurato almeno un rapporto di lavoro dipendente nell’anno), con un decremento, rispetto al 1° trimestre 2012 (17.082 avviati), del 4,7%, e 20.209 avviamenti (numero dei rapporti di lavoro dipendente instaurati nell’anno), con una diminuzione, sempre rispetto al 31 marzo del 2012, (20.425 avviamenti), dell’1,1%.
Il settore del turismo, inteso come alberghi e ristorazione, assorbe il 43,3% degli avviamenti, in aumento rispetto al peso del settore nei primi tre mesi del 2012 (37,8%), e ciò conferma, anche in un periodo non caratterizzato dal turismo balneare, la forte propensione di questo settore nell’economia riminese; il settore, invece, che risente maggiormente della crisi in atto è quello manifatturiero, che vede ridurre l’incidenza delle relative assunzioni sul totale, passando dal 6,5% del 1° trimestre 2012 al 4,3% del 1° trimestre 2013 (il dato peggiore dall’inizio della crisi).
Ovviamente, il fatto di avere un’economia prevalentemente di servizi, da un lato, e la recessione, dall’altro, incide sul tipo di contratto; in tal senso, il 56,9% degli avviamenti risulta essere a “tempo determinato” e il 20,0% degli stessi con contratto “a chiamata o intermittente”, mentre solo l’8,4% degli avviamenti è regolato dal contratto “ a tempo indeterminato”.
Altri aspetti interessanti sono rappresentati dal genere, dall’età, dalla residenza e dalla nazionalità degli avviati; nel dettaglio, il 52,3% degli avviati risulta essere di sesso femminile, il 70,4% di nazionalità italiana e il 69,8% risiedere in provincia. Riguardo alla classe di età, le classi 25-34 anni e over 45 hanno un’incidenza percentuale di avviati pressoché identico (rispettivamente 29,5% la prima e 29,6% la seconda), la classe 35-44 anni ha un peso inferiore (28,5%) così come la classe 15-24 anni (12,4%). Quello che però è da sottolineare è che il calo delle persone assunte nel primo trimestre 2013 ha colpito poco i lavoratori over 45 (-0,2% sul 1° trimestre 2012) mentre ha picchiato duro sulle classi di età più giovani, soprattutto sui 25-34enni (-7,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
- Cassa Integrazione Guadagni
> Dati di fonte INPS (Osservatorio sulle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni)
Per ciò che concerne la Cassa Integrazione Guadagni, intesa come Cassa Integrazione Ordinaria e Straordinaria (rappresentanti i due strumenti di intervento previsti dalla legislazione ordinaria), nel 1° quadrimestre 2013, in provincia di Rimini, si è avuto un incremento complessivo del numero di ore autorizzate del 74,3% (da 1.133.998 ore del 1° quadrimestre 2012 a 1.976.725 ore del 1° quadrimestre 2013); nello specifico, diminuisce la CIG Ordinaria del 41,4% (da 499.904 ore a 292.901 ore) e aumenta la CIG Straordinaria del 165,5% (da 634.094 ore a 1.683.824 ore). Per ciò che riguarda, invece, la cosiddetta Cassa Integrazione in Deroga (espressamente prevista sulla base dell’accordo tra Regione Emilia-Romagna, UPI, ANCI e parti sociali del 18 maggio 2009), si riscontra una diminuzione del numero di ore autorizzate del 62,5% (da 1.290.312 ore del 1° quadrimestre 2012 a 484.267 ore del 1° quadrimestre 2013).
Nel complesso, nel periodo gennaio-aprile 2013, in provincia di Rimini, l’utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni (Ordinaria, Straordinaria e in Deroga) aumenta, rispetto al periodo gennaio-aprile del 2012, dell’1,5%, passando da 2.424.310 ore autorizzate del 1° quadrimestre 2012 a 2.460.992 ore autorizzate del 1° quadrimestre 2013.
Il “settore” che maggiormente ha risentito del ricorso alle tre tipologie di CIG è stato quello manifatturiero con oltre 1 milione 200 mila ore autorizzate (in particolar modo quello della meccanica con un’incidenza del 52,7%) mentre quello che fa registrare la più alta variazione percentuale è stato l’artigianato (+129,3%); la “tipologia di occupati” maggiormente interessata alla CIG è risultata essere quella degli operai (rispetto agli impiegati) con oltre 1 milione 700 mila ore autorizzate, con un incremento percentuale del 6,7%.
- Sistema imprenditoriale
> Elaborazione Infocamere Stockview su dati Registro Imprese CCIAA Rimini
La crisi che stiamo vivendo non si riflette, come abbiamo visto, solo sul mercato del lavoro dipendente, ma ha delle ripercussioni anche sul sistema imprenditoriale locale; i dati, aggiornati al 1° trimestre 2013, mostrano infatti un quadro negativo nella nostra provincia, con la consistenza imprenditoriale attiva che cala, rispetto al 1° trimestre 2012, dello 0,8%.
La recessione sta colpendo duramente soprattutto l’imprenditoria giovanile, (sotto i 30 anni) (-3,7% su marzo 2012); considerando, inoltre, il periodo iniziale della crisi e comparando valori temporali omogenei, negli ultimi quattro anni si ha una flessione addirittura del 17,1% dell’intera classe imprenditoriale giovanile (da 2.571 unità del 1° trimestre 2009 a 2.131 unità del 1° trimestre 2013). Anche l’imprenditoria artigiana non gode di buona salute (-2,3% rispetto al 1° trimestre 2012) mentre tengono sia l’imprenditoria femminile (+0,2%) che, e specialmente, quella straniera (+2,7%).
- Tassi di Occupazione e Disoccupazione
> Dati di fonte ISTAT Forze lavoro
In ultimo, è utile analizzare gli indicatori di fonte ISTAT Forze Lavoro, aggiornati a livello provinciale al 2012.
Il tasso di occupazione in provincia di Rimini si è attestato, al 63,7% (era al 64,6% nel 2011), con valori più alti riguardo al genere maschile (73,5%) e più bassi per il genere femminile (54,1%); nel confronto regionale e nazionale, il nostro territorio ha valori inferiori a quelli dell’Emilia-Romagna (67,6%) e superiori a quelli dell’Italia (56,8%). Riguardo invece al tasso di disoccupazione, in provincia di Rimini questo si è attestato al 9,8% (era all’8,1% nel 2011), con valori più bassi per i maschi (6,9%) e più alti per le femmine (13,5%); nel confronto regionale e nazionale, il nostro territorio ha valori superiori a quelli dell’Emilia-Romagna (7,1%) e inferiori a quelli dell’Italia (10,7%).
Anche in questo caso a soffrire maggiormente sono i giovani, con un tasso di disoccupazione che arriva in provincia di Rimini al 15,8% nella fascia di età 15-29 anni (8,5% maschile e 26,4% femminile) e addirittura al 20,5% nella fascia di età 15-24 anni (13,7% maschile e 29,0% femminile); in questo caso, però, in provincia si ha una situazione migliore rispetto sia all’Emilia-Romagna (17,4% nella fascia 15-29 anni e 26,4% nella fascia 15-24 anni) che all’Italia (25,2% nella fascia 15-29 anni e 35,3% nella fascia 15-24 anni).


SISTEMA BANCARIO
> Dati di fonte Banca d’Italia (Bollettino Statistico)
Sino al 2008 l’accesso al credito per le PMI era moderatamente agevole, il rapporto si basava anche sulla conoscenza delle controparti e il volano delle concessioni di finanza era rappresentato dal discreto andamento dell’economia. I fatturati delle imprese tenevano il passo, l’autofinanziamento era sufficiente per fare fronte agli impegni, la leva finanziaria elevata spingeva, anche se a livelli contenuti, la crescita delle PMI.
Oggi la situazione è radicalmente cambiata. La crisi iniziata alla fine del 2008 è proseguita negli anni successivi sino ad oggi - con qualche presa di respiro nel 2010 e a inizio 2011 - fiaccando la resistenza delle imprese. Molte aziende hanno purtroppo dovuto chiudere, il sistema è sempre più debole ed in difficoltà. La valutazione rigida imposta dalle nuove norme al sistema bancario si è inevitabilmente riflessa sul sistema dell’economia reale. In una fase di normale andamento economico il cambiamento avrebbe potuto essere assorbito con maggiore gradualità, purtroppo la fase prolungata di crisi economica ha moltiplicato i problemi sino alla situazione attuale.
Ciò detto, dalla fine di giugno 2011 il mercato finanziario ha mostrato i primi segnali di instabilità che si sono protratti per tutto la seconda metà dell’anno 2011, nel successivo anno 2012 e nei primi tre mesi del 2013.
Ciò è confermato dai dati sugli Impieghi bancari, di cui abbiamo l’aggiornamento al 31/03/2013; nel 1° trimestre 2013, infatti, in provincia di Rimini, la consistenza degli Impieghi totali ammonta a 11.810 milioni di euro, con una variazione percentuale, rispetto al 1° trimestre 2012, del -5,9% (da 12.547 milioni di euro a marzo 2012 a 11.810 milioni di euro a marzo 2013); nello specifico, si è avuto un calo degli Impieghi alle Imprese (che rappresentano il 68% degli Impieghi totali), quantificabile in un -8,8% (da 8.783 milioni di euro a marzo 2012 a 8.007 milioni di euro a marzo 2013). Cala il credito concesso ma cresce, per contro, la raccolta bancaria; i Depositi totali provinciali passano, infatti, da 6.834 milioni di euro del 1° trimestre 2012 a 7.499 milioni di euro del 1° trimestre 2013, facendo segnare una variazione percentuale del +9,7%.
Altri dati che confermano la ristrettezza del credito, aggiornati al 31/12/12, sono relativi ai Finanziamenti bancari; nella specie: Finanziamenti per cassa, oltre il breve termine e agevolati.
Riguardo alla consistenza dei Finanziamenti per cassa, in provincia di Rimini, questi ammontano, al 31/12/12, a 10.633 milioni di euro, con una variazione percentuale negativa, rispetto al 31/12/11 (12.487 milioni di euro accordati), del 14,8%; tale calo risulta essere superiore a quello di tutte le altre province emiliano-romagnole, dell’Emilia-Romagna (-10,4%) e dell’Italia (-6,9%).
Nel contempo, anche le garanzie reali che assistono tali finanziamenti sono diminuite, passando dai 5.768 milioni di euro del 31/12/11 a 5.208 milioni di euro del 31/12/12 (-9,7%); occorre però evidenziare che la quota delle suddette garanzie sui medesimi finanziamenti, in presenza di un calo di quest’ultimi, aumenta (dal 46,2% al 49,0%).
Per ciò che riguarda, poi, la consistenza dei Finanziamenti oltre il breve termine, in provincia di Rimini, si passa da 8.590 milioni di euro del 31/12/11 a 7.646 milioni di euro del 31/12/12 (di cui il 99,0% a tasso non agevolato), con una diminuzione dell’11,0%; inoltre, anche per ciò che concerne la consistenza dei Finanziamenti agevolati la situazione, in provincia, non è confortante, passando da 88 milioni di euro del 31/12/11 a 80 milioni di euro del 31/12/12, con una diminuzione del 9,1%.
Alla riduzione del credito concesso da parte delle banche, si contrappongono i dati incrementativi sulle Sofferenze bancarie, che spiegano la difficoltà della clientela (imprese e non) nel restituire il finanziamento ottenuto; i dati dicono che, in provincia di Rimini, al 31/12/12, le Sofferenze ammontano a 927 milioni di euro, con un aumento, rispetto al 31/12/11, del 24,6%; tale aumento risulta essere superiore a quello di tutte le altre province emiliano-romagnole (eccetto Piacenza), dell’Emilia-Romagna (+17,7%) e dell’Italia (+16,1%).
Dati derivanti dall’Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna, implementato da Unioncamere E.-R. ed Istituto Tagliacarne: nello specifico, nel 2012, in provincia di Rimini, le imprese che nel corso della propria attività hanno fatto ricorso ad un Confidi per accedere al credito bancario rappresentano il 21,3% del sistema imprenditoriale riminese, un valore che risulta leggermente superiore a quello rilevato nell’intera Emilia-Romagna (20,0%).


IMPORT-EXPORT
> Dati di fonte ISTAT Coeweb
In provincia di Rimini, nel 1° trimestre 2013, sia i dati dell’Import che i dati dell’Export, rispetto al 1° trimestre 2012, fanno segnare una diminuzione, rispettivamente, del 3,5% e del 4,7%.
In sintesi, nel 1° trimestre 2013, in provincia di Rimini, l’Import ammonta a 169.562.919 Euro mentre l’Export fa segnare 417.259.347 Euro: il saldo della bilancia commerciale risulta essere del +247.696.428 Euro.
Per ciò che riguarda l’import, i tre principali prodotti sono: Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia (15,9% sul totale delle importazioni), Pesce, crostacei e molluschi lavorati e conservati (14,2%) e Altri prodotti in metallo (bidoni in acciaio, imballaggi leggeri in metallo, articoli di bulloneria, prodotti fabbricati con fili metallici, catene e molle) (7,6%). Per ciò che concerne, invece, l’export, i tre principali prodotti sono: Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia (36,8% sul totale delle esportazioni), Macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili (11,4%) e Altre macchine di impiego generale (forni e bruciatori, sistemi di riscaldamento e refrigerazione, macchine e attrezzature per ufficio escl. computer, macchine di sollevamento e movimentazione) (5,4%).
In termini di confronto con i primi tre mesi dello scorso anno, è da sottolineare il brusco rallentamento dell’industria cantieristica, che rappresenta un settore cardine per l’economia riminese, che registra un calo dell’export del prodotto “Navi e imbarcazioni” del 34,6%.


DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE
> Elaborazione Infocamere Stockview su dati Registro Imprese CCIAA Rimini
Per ciò che riguarda la numerosità delle imprese attive, in provincia di Rimini, nel 1° quadrimestre del 2013 queste sono risultate essere 35.633, contro le 35.912 dello stesso periodo dell’anno precedente, con un decremento dello 0,8%; tale calo, che ha riguardato tutte le province emiliano-romagnole, è inferiore alla variazione percentuale negativa a livello regionale (-1,2%) e in linea con la diminuzione avvenuta a livello nazionale (-0,9%).
Le imprese individuali, pur costituendo la forma giuridica principale del territorio riminese (19.557 unità, il 54,9% sul totale delle imprese), rappresentano anche quelle che maggiormente risentono della crisi, in quanto risultanti in calo, rispetto al 30/04/12, dell’1,9%; le difficoltà di questa tipologia di impresa rispetto alla forma societaria sono rappresentate soprattutto dalla scarsa capacità di stare o riposizionarsi sul mercato e dalla stretta dipendenza dal credito bancario, a cui si aggiungono la scarsa o nulla propensione all’innovazione e la non competitività sul mercato estero. Aumentano, invece, tutte le altre forme societarie; nella specie: del +1,0% le società di capitale (5.838 unità, il 16,4% sul totale delle imprese), del +0,2% le società di persone (9.549 unità, il 26,8%) e del +2,5% le cosiddette altre forme (cooperative, consorzi e associazioni) (689 unità, l’1,9%), e ciò rappresenta un dato che ha una valenza sicuramente positiva per la strutturazione societaria delle imprese del nostro territorio.
Per ciò che concerne le iscrizioni e cessazioni di impresa, nei primi quattro mesi del 2013, in provincia di Rimini, le cessazioni, con 1.426 unità, hanno superato le iscrizioni, arrivate a 1.336 unità, determinando un saldo nati-mortalità delle imprese negativo (-90 imprese); nel confronto con il periodo gennaio-aprile 2012, si ha, nel primo quadrimestre 2013, un incremento delle imprese iscritte dell’1,7% a cui si associa, però, un altrettanto, e ben maggiore, incremento delle imprese cessate del 7,6%.
I settori con un saldo maggiormente negativo sono risultati essere, nell’ordine, il Commercio, cioè il principale settore economico provinciale con 9.353 imprese attive (26,2% sul totale)(236 iscrizioni e 401 cessazioni: -165 imprese), le Costruzioni (153 iscrizioni e 284 cessazioni: -131 imprese), i Servizi di alloggio e ristorazione (63 iscrizioni e 171 cessazioni: -108 imprese), l’Agricoltura (30 iscrizioni e 114 cessazioni: -84 imprese), l’Industria Manifatturiera (43 iscrizioni e 87 cessazioni: -44 imprese), le Attività professionali, scientifiche e tecniche (26 iscrizioni e 64 cessazioni: -38 imprese) e le Attività immobiliari (19 iscrizioni e 49 cessazioni: -30 imprese); l’unico settore con un saldo positivo è stato quello relativo ai Servizi di informazione e comunicazione (26 iscrizioni e 23 cessazioni: +3 imprese).


CONGIUNTURA MANIFATTURIERA
> Dati di fonte Unioncamere Emilia-Romagna e Unioncamere Nazionale
Il settore manifatturiero in provincia di Rimini ha manifestato, nel 1° trimestre 2013, rispetto al 1° trimestre 2012, una diminuzione delle principali variabili: produzione: -2,0%, fatturato: -2,8% e ordinativi: -0,9%; la situazione sembra leggermente migliorare se confrontata con quella che si aveva nel 4° trimestre del 2012, nel quale le variazioni percentuali annue delle suddette variabili erano si negative, ma con valori più alti (produzione: -5,4%, fatturato: -6,8% e ordinativi: -3,3%).
Nei primi tre mesi del 2013, sia a livello regionale che nazionale, si registrano decrementi percentuali annui nella produzione, nel fatturato e negli ordinativi rispettivamente del 4,7%, 4,8% e 5,3%, in Emilia-Romagna, e del 5,3%, 5,1% e 4,8%, in Italia.


MOVIMENTO TURISTICO
> Elaborazione Ufficio Statistica della Provincia di Rimini su dati Strutture ricettive
I dati provvisori del movimento turistico complessivo, ci dicono che, nel 1° trimestre 2013, in provincia di Rimini, si sono registrati 240.980 arrivi – 180.769 arrivi italiani (75,0% sul totale) e 60.211 arrivi esteri (25,0%) – e 714.565 presenze – 474.094 presenze italiane (66,3% sul totale) e 240.471 presenze estere (33,7%).
In termini di variazioni percentuali annue, per ciò che riguarda gli arrivi, si evidenzia un aumento del 9,6% e per ciò che concerne le presenze, si rileva un incremento del 10,6%; nello specifico: +4,7% gli arrivi italiani e +27,6% gli arrivi esteri, +8,1% le presenze italiane e +15,8% le presenze estere.
Riguardo alla “clientela estera”, si registrano notevoli incrementi di turisti russi (arrivi: +29,5%, presenze: +17,3%), che fa si che, allo stato attuale, la quota russa pesi sul mercato estero per il 41,2% e sul totale delle presenze (italiane e straniere) per il 13,9%; molto bene anche le presenze dalla Germania, dalla Svizzera e dal Regno Unito mentre meno bene risultano quelle dalla Polonia e dall’Ucraina.
Interessante è il dato riguardante i giorni di permanenza media (rapporto presenze/arrivi) del turista: il rapporto, che si assesta a 3,0 giorni, risulta essere maggiore per il turista straniero (4,0 gg.) rispetto al turista italiano (2,6 gg.) e ciò altro non fa che confermare la minore capacità economica attuale del turista interno.


SCENARI PREVISIONALI
Per ciò che riguarda il valore aggiunto (a valori reali), in provincia di Rimini, nel 2013, ci sarà un tasso di decrescita pari all’1,3%, leggermente superiore al tasso negativo dell’Emilia-Romagna (-1,1%) e sostanzialmente in linea con la variazione altrettanto negativa dell’Italia (-1,4%); nel biennio 2014-2015 si assisterà, invece, ad un tasso di crescita medio annuo pari all’1,0%, analogamente a ciò che avverrà a livello regionale (+1,1%) e nazionale (+1,0%).
Per ciò che concerne l’export (a valori reali), in provincia di Rimini, nel 2013, si registrerà un aumento percentuale dello 0,7%, sensibilmente inferiore rispetto agli incrementi che si avranno in Emilia-Romagna (+3,3%) e Italia (+2,6%); aumento che proseguirà nel biennio 2014-2015, con una variazione percentuale medio annua del +3,2%, sempre inferiore, comunque, al trend regionale (+4,5%) e nazionale (+4,1%). La propensione all’export (export/valore aggiunto x 100) provinciale crescerà, rispetto all’anno passato, passando dal 21,4% nel 2012 al 21,9% nel 2013, per arrivare al 22,8% nel 2015; l’aumento sarà comunque decisamente inferiore rispetto a quello che si avrà sia in Emilia-Romagna (da 38,2% nel 2012 a 39,9% nel 2013, arrivando a 42,7% nel 2015) che in Italia (da 26,8% nel 2012 a 27,8% nel 2013, giungendo a 29,6% nel 2015).
Infine, nel mercato del lavoro riminese si evidenzierà, nel 2013, una decrescita delle unità di lavoro, quantificabile in un -0,6%, uguale alla decrescita che si registrerà in ambito regionale e inferiore a quella nazionale (-1,0%); la situazione migliorerà nel biennio 2014-2015 quando si avranno tassi medio annui provinciali di incremento dello 0,3%, valori che rifletteranno le tendenze di crescita regionale (+0,4%) e nazionale (+0,2%).
Nel 2013, inoltre, ci si attende, in provincia di Rimini, un tasso di disoccupazione (persone in cerca di occupazione/forze lavoro x 100) pari all’11,1% (in deciso aumento rispetto al 9,8% del 2012), valore superiore a quello che ci si aspetta per quest’anno in Emilia-Romagna (8,1%) e inferiore a quello che si avrà, sempre per quest’anno, in Italia (11,9%). Anche in questo caso la situazione pare destinata comunque a migliorare nel biennio successivo, quando il tasso di disoccupazione, in provincia, calerà lievemente, attestandosi al 10,9% nel 2015, in linea con ciò che avverrà a livello regionale (da 8,1% nel 2013 a 7,9% nel 2015) e in controtendenza rispetto al dato nazionale (da 11,9% nel 2013 a 12,0% nel 2015).


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